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UISG Catholic Care for Children International
Posted on Maggio 5, 2022

Catholic Care for Children presentato alla Plenaria della UISG 2022


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5 maggio 2022 – In occasione dell’Assemblea Plenaria dell’Unione Internazionale delle Superiore Generali, tenutasi nel mese di maggio a Roma, in Italia, suor Niluka Perera, coordinatrice di Catholic Care for Children International (CCCI), si è rivolta con un importante discorso a più di 700 leader di ordini religiosi femminili di tutto il mondo. CCCI è un’iniziativa di avanguardia, guidata da suore cattoliche, che ha l’obiettivo di garantire che i bambini crescano in famiglie sicure e accoglienti.

Guarda il video: Catholic Care for Children International presented by Sr. Niluka Perera, RGS

Leggi la trascrizione 

5 maggio 2022
Catholic Care for Children International
Presentazione a cura di suor Niluka Perera, RGS
Assemblea Plenaria UISG, Roma, Italia
 

Mi sento davvero onorata e felice di avere l’opportunità di presentarvi il nuovo progetto della UISG (Unione Internazionale delle Superiore Generali), ovvero Catholic Care for Children International (CCCI).

L’Assemblea Plenaria UISG del 2019 ha portato, nel 2020, alla nascita di CCCI. Catholic Care for Children International ha mosso i suoi primi passi all’interno del workshop di due giorni, dal titolo “Seminare speranza per i bambini affidati alle nostre cure”, che si tenne durante l’Assemblea del 2019 e venne copresieduto dalla UISG e dalla GHR Foundation. Le donne a capo di congregazioni religiose hanno potuto riflettere insieme agli altri partecipanti su come esprimere un carisma di cura nel mondo attuale, soprattutto alla luce di ciò che si sa circa i rischi associati all’assistenza residenziale e i benefici dell’assistenza familiare e comunitaria per i bambini.

Il workshop ha messo in luce il lavoro illuminante svolto dalle Suore di San Giuseppe a New York, dalle Suore del Buon Pastore in Sri Lanka e dalle Suore di Santa Francesca Cabrini in Swaziland. Ogni gruppo di suore lavora per garantire una famiglia amorevole a ogni bambino. I partecipanti sono rimasti molto colpiti anche dalle attività portate avanti dalle conferenze nazionali dei religiosi di Uganda, Kenya e Zambia, i cui membri si impegnano costantemente a ridurre il ricorso all’assistenza in istituto e a promuovere l’assistenza familiare e comunitaria per i minori.

Le religiose che hanno partecipato al workshop hanno incoraggiato la UISG a prendere in considerazione l’opportunità di dare sostegno alle religiose di tutto il mondo all’interno del settore dell’assistenza, aiutandole a rendere il carisma della cura un tema di rilievo nel panorama mondiale attuale. La creazione di CCCI è il risultato di questa prima iniziativa. Avere una famiglia per ogni bambino, il grande sogno di CCCI, spinge gli Istituti religiosi con un carisma di cura a interpretare i segni dei tempi, fornire ai bambini la migliore assistenza possibile e aggiornare le vecchie e obsolete metodologie e pratiche dell’assistenza all’infanzia.

Siamo consapevoli della crisi che l’industrializzazione e l’urbanizzazione causarono nel XIX secolo e che spinse la Chiesa a reagire tramite l’assistenza istituzionale ai minori abbandonati e trascurati. Le famiglie bisognose e in situazioni di crisi si sono rivolte alle congregazioni religiose maschili e femminili per ricevere assistenza.

In particolare, le congregazioni religiose femminili sono state in prima linea nel rispondere alle necessità di assistenza e protezione da parte dei bambini. A tal fine, il metodo noto e accettato fino agli ultimi anni era l’assistenza istituzionale.

Se guardiamo a ciò che è accaduto in passato, ci rendiamo conto che le suore che lavoravano negli orfanotrofi avevano poca o inesistente formazione circa gli aspetti legati all’assistenza all’infanzia. Lavoravano in ambienti complessi, che richiedevano la formazione teorica e pratica che solitamente è richiesta a consulenti, psicologi e li assistenti sociali. Le suore hanno offerto con tutto il cuore il proprio amore, le proprie cure e attenzioni ai bambini, barcamenandosi come meglio potevano tra le risorse in loro possesso e la loro scarsa formazione. Dobbiamo riconoscere che si inserirono correttamente all’interno della cultura del loro tempo.

Nel mondo, un numero di minori che oscilla tra i 2 e gli 8 milioni vive in orfanotrofio. Le statistiche attuali indicano che la Chiesa cattolica sovrintende a quasi 9000 orfanotrofi in tutto il mondo, che a propria volta si occupano di migliaia di bambini. Considerando il contesto odierno, sappiamo che l’80% dei minori che vivono in orfanotrofi ha un genitore o un parente stretto in vita. I bambini vengono generalmente affidati agli orfanotrofi a causa della povertà. È necessario chiederci perché dovremmo cambiare le metodologie che abbiamo utilizzato per tanti anni al fine di prenderci cura dei bambini. Sarebbe possibile trovare risposte ai problemi attuali, facendo riferimento unicamente alle soluzioni del passato? Questa mattina, Papa Francesco ci ha ricordato che tornare indietro non è la strada giusta da percorrere. Dobbiamo andare avanti.

Molti di noi, che lavorano in strutture di accoglienza residenziali, orfanotrofi e case di accoglienza per l’infanzia, non riescono a rispondere al meglio alle esigenze dei bambini. Studi scientifici e sociali hanno dimostrato che le metodologie di assistenza residenziale non arrivano alla radice delle sfide reali che i minori e le loro famiglie devono affrontare. Al contrario, l’assistenza residenziale può finire per causare traumi e danni ai bambini. Solide e affidabili prove accademiche ci dicono che i minori hanno maggiori probabilità di crescere e raggiungere il proprio pieno sviluppo in famiglia. I ricercatori nel campo delle scienze neurologiche e cerebrali hanno scoperto dei ritardi nello sviluppo sociale, emotivo, cognitivo e fisico nei bambini che vivono lontani dalla propria famiglia.

Anche se sappiamo che l’assistenza residenziale può fornire la migliore risposta possibile ai bisogni di base dei bambini, essa non tiene conto del contributo socio-emotivo che solo una famiglia può fornire. Una simile forma di assistenza non aiuta i bambini a iniziare a sviluppare relazioni sane per l’età adulta. Così, quando i minori lasciano l’istituto, non sono preparati a vivere una vita indipendente e faticano a integrarsi nella società. Molti si trovano a dover fare i conti con la disoccupazione, la mancanza di una casa, lo sfruttamento sessuale, la dipendenza da droghe e alcol e, infine, finiscono in prigione. Secondo l’ultimo rapporto pubblicato dalla rivista Lancet Child and Adolescent Health nel 2022, vale a dire quest’anno, nel mondo ci sono più di 5,2 milioni di bambini che hanno perso un genitore, parente o tutore a causa del COVID-19, il che rende sempre più minori a rischio di essere allontanati dalla propria famiglia e perderne così il contributo e il calore.

Dobbiamo allora fermarci a riflettere. Cosa ci chiama ad agire lo Spirito? Quale sarà la risposta che daremo alle grida dei bambini che hanno bisogno di cure e protezione? La chiusura degli istituti porterà a delle soluzioni? La costruzione di altri orfanotrofi sarà la risposta al problema? La creatività dello Spirito ci chiede di aprirci alle realtà mondiali, poiché le sfide e la complessità dei problemi attuali richiedono soluzioni durature e sostenibili.

I responsabili politici internazionali e nazionali, le agenzie missionarie, le organizzazioni non governative e religiose stanno prendendo sempre più iniziative per far riconoscere che ogni bambino merita una famiglia e per cercare di garantire che siano le famiglie a prendersi davvero cura dei bambini. Sono orgogliosa di affermare che noi, come religiose provenienti da diverse parti del mondo, abbiamo pienamente riconosciuto questa realtà. Stiamo interpretando i segni dei tempi e individuando soluzioni innovative per fare fronte alle vere sfide che i bambini e le famiglie devono affrontare. Ci impegniamo costantemente a rendere il carisma della cura un tema fondamentale nel panorama mondiale attuale e vogliamo assicurare una famiglia o un ambiente simil-familiare ai bambini che sono stati separati dalle loro famiglie.

La creazione del movimento di Catholic Care for Children (CCC) è una delle iniziative innovative che sono state sviluppate da religiose. CCC è un movimento guidato dalle suore e dal carisma, che ha l’obiettivo di garantire che i bambini crescano in famiglie sicure e amorevoli o in un ambiente simil-familiare. Con l’aiuto della GHR Foundation, nel 2016 l’Associazione delle Religiose dell’Uganda ha dato vita al proprio movimento CCC locale e, nel giro di tre anni, le radici di CCC si sono sviluppate e ampliate, raggiungendo prima Zambia e Kenya e arrivando a vedere questo movimento locale promosso da CCCI a livello internazionale.

Catholic Care for Children si basa su tre pilastri principali. Affonda le proprie radici nella fede cattolica, con il mandato a prendersi cura dei bambini e delle persone vulnerabili, e nella dottrina sociale cattolica, che pone l’accento sulla dignità di ogni essere umano, sull’opzione preferenziale per i poveri e sul diritto di ciascun essere umano a partecipare pienamente alla vita della propria famiglia e comunità. CCC trae le proprie basi scientifiche dalle scienze sociali, che hanno dimostrato l’importanza di una famiglia accogliente per lo sviluppo olistico e sano dei minori.

Inoltre, CCC è in linea con la Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e con le Linee guida ONU sull’accoglienza etero-familiare dei minori. CCC crede fermamente che nessun bambino debba vivere in un istituto perché la famiglia è povera o ha difficoltà ad accedere ai servizi sanitari di base, ai meccanismi di tutela sociale o al sistema di istruzione.

Con il sostegno di questi tre pilastri principali, CCC si impegna ad agire per perseguire sempre il migliore interesse di ogni bambino, promuovendo il continuum della cura, in linea con le Linee guida ONU sull’accoglienza etero-familiare. In parole povere, CCC vuole ribadire: se le famiglie sono in difficoltà, bisogna fornire loro sostegno per evitare che i bambini ne vengano allontanati. In caso di separazione, è necessario assicurarsi che i bambini vengano ricongiunti alle proprie famiglie o inseriti in contesti familiari permanenti. Se si rende necessaria un’assistenza residenziale alternativa, è necessario far sì che essa garantisca la massima qualità possibile e che la permanenza del minore sia quanto più possibile limitata nel tempo. In questo modello, il rafforzamento familiare è un fattore di assoluta priorità, ai fini del nostro obiettivo di prevenire la separazione dei minori dalle proprie famiglie.

Pensiamo a una situazione simile che si verifica in una famiglia molto cara a voi e a me, in cui un bambino perde i genitori. Quale formula di assistenza suggeriremmo per lui? Proporremmo l’entrata in un istituto? O prenderemmo in considerazione altre soluzioni di assistenza alternative?

Come già detto, la complessità dei problemi odierni ci impone di individuare nuovi modi di essere e di agire. Il tema di questa assemblea, Abbracciare la vulnerabilità nel cammino sinodale, ci ricorda che dobbiamo lavorare insieme per abbracciare e rispondere alle vulnerabilità del mondo odierno. Brian Swimme afferma giustamente che non possiamo più decidere solo ciò che è meglio per una società, una congregazione o una cultura, ma dobbiamo rivolgere il nostro sguardo a un contesto più ampio, di livello planetario.

Il movimento Catholic Care for Children invita i religiosi con un carisma di cura a sedersi accanto a noi al nostro tavolo, per identificare le migliori opzioni di assistenza possibili per quei bambini che hanno bisogno di cure e protezione. La bellezza del movimento di CCC risiede nel fatto che esso mette in relazione tra loro gli istituti religiosi, che nel settore dell’assistenza hanno sempre lavorato individualmente. CCC li riunisce all’interno di una piattaforma comune a livello dei rispettivi Paesi, consentendo loro di riconoscere i fattori necessari per adeguare e aggiornare il proprio modus operandi nel settore dell’assistenza.

Il movimento di CCC in Uganda, Kenya e Zambia ci ha dimostrato che insieme siamo più forti. I presupposti su cui si basa il lavoro di CCC sono quelli di conquistare i cuori e le menti delle persone a favore della riforma dell’assistenza e di sviluppare le competenze e le capacità necessarie per realizzare il cambiamento che tutti auspichiamo.

 Personalmente, trovo che il fatto che le suore di questi tre Paesi siano diventate campioni nella riforma dell’assistenza sia di grande incoraggiamento. Le suore sono diventate la voce dei tanti bambini senza voce che vivono negli orfanotrofi da molti anni e che, diversamente, avrebbero potuto sperimentare le gioie della vita in famiglia. Nell’ambito del progetto di CCC, suore e tutori sono stati formati a livello professionale e hanno sviluppato nuove competenze in materia di assistenza sociale, consulenza e psicologia, tutela dei bambini, protezione dei minori, gestione dei casi, guadagnando anche molte altre abilità, utili per prendersi cura dei bambini. La valutazione intermedia condotta da Catholic Care for Children in Uganda lo scorso anno mostra gli incredibili risultati raggiunti dalle suore. Quando l’Uganda ha iniziato il proprio programma, nel 2016, 1207 bambini vivevano in 21 istituti di assistenza all’infanzia. Nel 2020, il numero di bambini ospitati all’interno di strutture di accoglienza è sceso a 311.

L’obiettivo di CCCI è quello di rafforzare le congregazioni di suore cattoliche nella loro espressione del carisma di cura e di vedere un sempre maggior numero di bambini crescere in famiglie sicure e amorevoli. Come si può raggiungere questo obiettivo? CCCI è in costante comunicazione con le Conferenze religiose nazionali, per vagliare le possibilità esistenti di avviare eventuali programmi di CCC a livello locale. Sono felice di poter dichiarare che il Malawi, lo Sri Lanka e il Sudafrica sono i primi, nuovi Paesi ad avviare il proprio programma di CCC nei rispettivi Paesi. A breve, il sito web di CCCI sarà reso disponibile per una più ampia condivisione di risorse e spunti a beneficio dei religiosi di tutto il mondo.

CCCI organizza webinar a livello mondiale per formare i religiosi e fornire loro informazioni e spunti sulla riforma dell’assistenza. In questo momento, CCCI sta pianificando un programma di formazione online sulla riforma dell’assistenza per donne religiose. Il primo programma di formazione online è previsto per la prima settimana di luglio. Il nostro obiettivo è organizzare due corsi per quest’anno e, successivamente, quattro corsi all’anno. Queste sono alcune delle iniziative portate avanti da CCCI per promuovere il lavoro di CCC.

CCCI comunicherà direttamente con voi, responsabili delle congregazioni, per tenervi informate circa i nostri corsi online. Chiediamo il vostro sostegno in tutte le nostre attività. Insieme possiamo cambiare il modo in cui diamo assistenza ai bambini che hanno bisogno delle nostre cure.

Ringraziamo la GHR Foundation per il sostegno dato a CCCI e per aver aiutato i religiosi di varie parti del mondo a realizzare questo buon lavoro. CCCI ha preparato un’unità USB di proprietà della UISG, con materiale da consultare. Saremo felici di condividerlo con voi.   

Vorrei concludere la mia presentazione con le parole di Papa Francesco, tratte dal documento sulla Fratellanza Umana per la pace mondiale e la convivenza comune, del 2019: La tutela dei diritti fondamentali dei bambini a crescere in un ambiente familiare, all’alimentazione, all’educazione e all’assistenza è un dovere della famiglia e della società. Tali diritti devono essere garantiti e tutelati, affinché non manchino e non vengano negati a nessun bambino in nessuna parte del mondo. Occorre condannare qualsiasi pratica che violi la dignità dei bambini o i loro diritti. 

Vi ringrazio infinitamente per la vostra attenzione e partecipazione.

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