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UISG Catholic Care for Children International
Posted on Settembre 16, 2022

Bambini e famiglie al centro delle nostre cure 

Suor Patricia Murray, IBVM
Segretaria esecutiva, Unione Internazionale delle Superiore Generali

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Nell’affrontare molteplici crisi, dalla pandemia da Covid-19, alle catastrofi ambientali, a guerre e conflitti, fino agli abusi individuali e istituzionali, spesso non ci accorgiamo delle iniziative minori, dei granelli di senape del cambiamento che stanno già germogliando tra noi. Questi segni di novità spesso nascono in luoghi inaspettati e complessi. Catholic Care for Children è uno di questi semi di cambiamento che, sviluppandosi ed espandendosi, sta apportando enormi contributi in tutti i continenti. Sin dai primi timidi albori di questo progetto, nato in Africa, le suore cattoliche hanno influenzato e stanno influenzando notevolmente il settore della riforma dell’assistenza, con strategie che contribuiscono a offrire ai bambini tutte le opportunità di crescere in famiglie sicure e accoglienti o in ambienti simil-familiari.

Animate dal Vangelo, le suore cattoliche da secoli si prendono cura dei bambini e degli adulti vulnerabili. Per molteplici ragioni, spesso legate all’assenza di sostegno e/o risorse familiari, i bambini e altri adulti vulnerabili sono stati collocati all’interno di istituti da parte dei propri familiari o da funzionari governativi ed ecclesiastici. Questa pratica è nata in un’epoca in cui i ministeri delle suore cattoliche erano in gran parte confinati agli istituti stessi. A quel tempo, le suore vivevano una vita monastica e avevano pochissimi contatti con la vita fuori dal convento. Questi istituti erano solitamente annessi ai conventi, luoghi in cui lo stile di vita era molto frugale e le risorse erano spesso assai limitate. Le suore dovettero affrontare questa situazione come meglio potevano, senza il sostegno di sistemi di assistenza sociale e di adeguate politiche governative. Poche avevano l’istruzione e la formazione necessarie per gestire i ragazzi e i giovani che vivevano in questi istituti. In alcuni casi, gli approcci adottati lasciavano molto a desiderare, poiché rispecchiavano i costumi dell’epoca, quando si pensava che i bambini non avessero diritti e quando la disciplina veniva spesso esercitata in modo molto rigoroso. Sappiamo, e di questo ci vergogniamo, quali siano stati i diversi tipi di abusi che i bambini hanno subìto in alcuni istituti. E se da una parte dobbiamo anche riconoscere il calore e le cure amorevoli fornite da tante suore e personale laico, che hanno svolto il loro ministero in contesti istituzionali, dall’altra siamo arrivati a capire che i bambini hanno bisogno delle cure di una famiglia, cure che non si possono trovare in alcun istituto, per quanto di ottima qualità.

Attualmente, molte suore riconoscono chiaramente i difetti esistenti all’interno dei sistemi che favoriscono gli approcci istituzionali all’assistenza all’infanzia. Non importa quanto amore e sostegno un bambino riceva in un istituto, esso non può comunque sostituire una famiglia o un sistema di sostegno di stampo familiare. Papa Francesco parla continuamente della dignità degli esseri umani e della dignità di ogni bambino. Parla della necessità di promuovere una cultura della cura che dia priorità alla dignità umana a ogni livello della società. Ci ricorda che «è importante promuovere “una cultura dei volti”», che metta al centro la dignità della persona, il rispetto della sua storia, soprattutto di chi è stato ferito ed emarginato. Quanto è vero questo per molti bambini e le loro famiglie! Come ci ricorda il Papa, “nessuna famiglia scende dal cielo perfettamente formata…”1. Le famiglie hanno bisogno di incoraggiamento e sostegno per poter fornire a propria volta amore e cure.

Queste parole di Papa Francesco mettono ancor più in evidenza l’operato di Catholic Care for Children, un movimento guidato da suore per garantire che ogni bambino abbia una famiglia. Avviato in Zambia, Uganda e Kenya e ora promosso dall’Unione Internazionale dei Superiori Generali (UISG) a livello internazionale, Catholic Care for Children International (CCCI) riconosce l’importanza di educare innanzitutto i membri delle congregazioni religiose e poi le persone in generale a interpretare i segni dei tempi sulla necessità di una riforma dell’assistenza all’infanzia. Il secondo passo da compiere prevede il passaggio da un approccio istituzionale ad approcci di stampo familiare e comunitario per l’assistenza all’infanzia e agli adulti vulnerabili. Questi approcci offrono alle suore di tutto il mondo l’opportunità di riflettere sulla qualità del loro operato e contributo all’interno del settore dell’assistenza, in particolare per gli istituti che gestiscono case di accoglienza.

CCCI si rivolge alle suore e ai loro collaboratori nei Paesi dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina ed è animata dall’imperativo evangelico a prendersi cura di chi è vulnerabile e dai principi della dottrina sociale cattolica, che si concentra sulla dignità umana; trae i propri fondamenti scientifici dalle scienze sociali, per comprendere e tradurre in pratica ciò che contribuisce al benessere dei bambini e delle famiglie e conosce i quadri giuridici nuovi ed emergenti che prediligono le cure familiari nell’assistenza all’infanzia. CCCI si ispira alla leadership coraggiosa e alle buone pratiche sviluppate dalle suore e dai loro collaboratori in Africa.

Mettere i bambini e le loro famiglie al centro dell’assistenza che offriamo significa far sì che le iniziative pastorali si concentrino sul rafforzamento e sulla tutela familiare, affinché nessuna famiglia sia costretta ad affidare i propri figli a un istituto a causa della povertà. Questo approccio fa sì che, in situazioni di necessità grave o immediata, la permanenza di qualsiasi bambino all’interno di un contesto istituzionale si prolunghi per il minor tempo possibile. Questa è l’opera di costruzione della pace domestica e sociale: lo shalom del garantire pienezza di vita per ogni essere umano e per tutti. Questa parola ebraica, che significa illeso e sicuro, intero e sano,2 porta con sé la visione che noi, nel movimento di CCCI, auspichiamo per ogni bambino affidato alla nostra cura e assistenza. Possa ognuno di noi compiere i passi necessari per rafforzare e sviluppare le forme di sostegno necessarie, per le famiglie tradizionali e per quelle allargate, in modo che anch’esse possano creare l’ambiente educativo essenziale per ogni bambino.

1 Francesco, Esortazione apostolica postsinodale Amoris Laetitia [La gioia dell’amore], 19 marzo 2016, n. 315, Santa Sede, “Amoris laetitia”: Esortazione Apostolica sull’amore nella famiglia (19 marzo 2016) | Francesco (vatican.va)

2 “Il significato di Shalom nella Bibbia”, Nuova versione internazionale, https://www.thenivbible.com/blog/meaningshalom-bible.

Questo articolo costituisce la prefazione alla pubblicazione “Una famiglia per ogni bambino”. Leggi la pubblicazione completa qui.

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