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UISG Catholic Care for Children International
Posted on Ottobre 23, 2022

Il potere del ministero cooperativo nell’ambito dell’assistenza all’infanzia

Andrew Kaufa, smm, Coordinatore delle Comunicazione Sociali di AMECEA

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Il proverbio Chewa Anayamwila ku bere, che letteralmente significa “Lui/lei succhiava dal seno della madre”, riassume la filosofia di Catholic Care for Children (CCC), che considera il contesto familiare come l’ambiente ideale per la socializzazione primaria e la crescita olistica dei minori. Lo stesso concetto viene sottolineato nella Lettera di San Paolo alla comunità cristiana della città di Efeso, dove san Paolo ricorda ai genitori che loro dovere non è solo quello di provvedere a offrire cibo e riparo ai propri figli, ma anche di farli crescere «nella disciplina negli insegnamenti del Signore» (Ef 6:4).

In questa rivista, il Segretariato dell’AMECEA raccoglie alcune storie riguardanti le iniziative delle suore cattoliche nell’Africa orientale per la cura olistica dei bambini abbandonati, orfani, vittime di disabilità fisica o mentale o le cui madri si trovano in carcere. Nello specifico, vengono qui descritte alcune delle attività svolte dai programmi CCC di Kenya, Uganda e Zambia, anche grazie al contributo dell’Associazione delle Religiose del Malawi (AWRIM), che è recentemente entrata a far parte di questo movimento. Grazie alla Fondazione di Gerald e Henrietta Rauenhorst (GHR Foundation), speriamo di raccogliere presto anche molte altre storie a lieto fine, provenienti da altri Paesi della regione e non solo, in modo che questa diventi una piattaforma per condividere le buone pratiche esistenti all’interno di Catholic Care for Children e per creare sinergie.

Dalle storie raccontate in questa rivista, sono due le questioni chiave fondamentali che mettono in risalto le iniziative del nostro movimento, ed entrambe richiedono che la nostra strategia sottesa sia l’advocacy regionale e nazionale. In primo luogo, questi racconti mostrano chiaramente la necessità di lavorare per il rafforzamento familiare nella regione dell’Africa orientale, affinché i bambini non finiscano negli istituti di assistenza ma crescano nel proprio ambiente ideale, la famiglia, dove la loro dignità di esseri umani

viene rispettata. Le storie proposte dall’Associazione delle Religiose del Kenya (AOSK) e dall’Associazione delle Religiose dello Zambia (ZAS) sono di grande ispirazione non solo per le altre suore, ma anche per le istituzioni religiose cattoliche e per tutti gli agenti pastorali che lavorano nell’ambito dell’apostolato familiare e della tutela dell’infanzia.

In secondo luogo, questi racconti mostrano come i bambini che finiscono negli istituti debbano essere reintegrati nel più breve tempo possibile all’interno del contesto familiare. Le azioni intraprese dalle suore in Uganda e Zambia per garantire che l’assistenza all’infanzia venga deistituzionalizzata sono iniziative di spicco, che evidenziano la necessità di una collaborazione tra Chiesa e governi per la definizione di politiche favorevoli all’inserimento dei minori in contesti familiari.

In effetti, di chi è il compito di crescere i bambini all’interno di questo ambiente ideale? In quanto agenti interessati, questo compito spetta a tutti noi: finanziatori, assistenti sociali, ONG, apostolati familiari della Chiesa e ministeri governativi responsabili di garantire che i diritti dell’infanzia siano rispettati. Tuttavia, il ruolo della famiglia e della comunità locale è una conditio sine qua non.

Facciamo le nostre congratulazioni alle monache delle Conferenze partecipanti per aver seguito questo corso all’interno della propria regione. E per parte nostra, come settore delle Comunicazioni Sociali di AMECEA, ci impegniamo a continuare a lavorare per dare sostegno alle loro iniziative. Consapevoli del potere degli uffici pastorali e delle altre commissioni competenti all’interno di diocesi e conferenze episcopali, lanciamo un appello per una maggiore collaborazione, con l’obiettivo di riformare il sistema prevalente e diffuso di assistenza all’infanzia. Vorremmo fare in modo che ogni bambino, all’interno di questa regione, cresca in una famiglia che garantisce un’assistenza cattolica olistica.

Ringraziamo l’Associazione dei Membri delle Conferenze Episcopali dell’Africa Orientale per averci autorizzati a pubblicare questo articolo, tratto dalla rivista AMECEA, edizione di luglio 2022.


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